Non so se capita anche a voi ma, in certi momenti guardo mia figlia e mi chiedo “ma chi sei?”.
Nel momento in cui sono diventata mamma mi sono fatta una lista di buoni propositi. Ero certa che tipo di mamma non volevo essere. Soprattutto mi sono confrontata col mio essere stata figlia, ho riflettuto su ciò che mi è piaciuto dei miei genitori, su quello che non avrei mai voluto vivere, le scelte che ho subito e i metodi educativi che mai e poi mai avrei voluto fossero adottati con i miei figli.
Nel momento in cui sono diventata mamma mi sono fatta una lista di buoni propositi. Ero certa che tipo di mamma non volevo essere. Soprattutto mi sono confrontata col mio essere stata figlia, ho riflettuto su ciò che mi è piaciuto dei miei genitori, su quello che non avrei mai voluto vivere, le scelte che ho subito e i metodi educativi che mai e poi mai avrei voluto fossero adottati con i miei figli.
Il dialogo per me è fondamentale. Spiegare, motivare, raccontare. Eppure le chiacchere alcune volte non servono, sono solo aria. Qualsiasi scelta faccio per mia figlia la giustifico, la analizzo, mi faccio una lista dei pro e contro e cerco di spiegargliela, convinta così di essere capita e assecondata.
Non è sempre così che va a finire, anzi.
Non è sempre così che va a finire, anzi.
La scorsa settimana siamo andate a comprare il regalo di compleanno al babbo. Siamo andate in centro in un negozio di arredamento molto chicchettoso, obiettivo comprare una lampada da tavolo per l'Uomo Perfetto. Naturalmente avevo già fatto un sopralluogo ed ero indecisa fra due modelli, ma poi ne ho comprato un terzo, ma questa è un'altra storia. La proprieteria del negozio è sempre molto carina, l'atmosfera è rilassante, luce in penombra, candele profumate. Il tempo di entrare e la Pulce non capisce più niente vuole vedere, toccare, annusare deodoranti ed oli profumati. Si toglie il cappello e il piumino e se ne va dietro il bancone. La chiamo, cerco di dissuaderla, di spiegare che così non si fa, niente, è come parlare al vento. Ad un tratto avviene il miracolo. La proprieteria di cui sopra, è vero che è molto carina ma, ho dimenticato di dire che è tedesca e nel giro di due nano secondi è riuscita ad addomesticare la Pulce.
“Tu piccola bambina, ora che sei vicina vedo che sei molto carina.Vuoi aiutarmi? Bene, vedi questa roba è da buttare. Tu aiutami. La carta va nella carta, la plastica va nella plastica. Vai puoi cominciare”
Nessuna spiegazione, nessun tentennamento. Vai e fai quello che ti dico, nessuno margine di risposta. Diretta semplice e chiara. Nessun diniego, nessuna reazione. La Pulce ha fatto sì con la testa e la plastica è andata con la plastica e la carta con la carta.
In cinque minuti mi sono crollate tutte le certezze pedagogico-educative che avevo e in più mi sono sentita un'emerita imbecille.
Consiglio di lettura Di mamma ce n'è una sola
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